Orange Staff Report #4: Alessandro Maniero
Ruolo: Chiropratico
Nickname:”Doc”.
Il tuo lavoro e contributo all’interno dello staff Sanga spiegato ai profani.
“Sono quella persona che fa giocare le atlete al 100%, sistemo ,metto in equilibrio, aggiusto, rammendo con le mie “manine sante”. Gestisco i problemi fisici nella loro globalità 7 giorni su 7, a qualsiasi ora, per provare a garantire e quindi raggiungere il massimo risultato possibile”.
Le tue esperienze nel basket e nello sport in generale, gli inizi sino al tuo approdo con il Sanga.
“Se vogliamo partire da il “Doc” da sportivo direi che non posso fornire dati ambiziosi. Ho iniziato con il nuoto, continuato con judo, un passaggio con il calcio sino all’approdo all’Isef. Scelta indovinata, mi piacque allora e tuttora insegnare è una mia grande passione ed attitudine credo. Ultimo sport invece praticato la pallavolo, arrivando sino alla C2. Ad oggi sono più significative le mie incursioni con il golf, disciplina che mi ha letteralmente rapito. Dimenticavo la mia grande passione, il mio “sport” da spiaggia per eccellenza, ovvero le bocce. Ore ed ore di partite sotto al sole fino al tramonto. Come si sarà notato mancava il basket che, a parte parte l’insegnamento del mini basket, l’incontro vero arriva solo 9
anni fa proprio con il Sanga. In quella magica stagione dove la squadra sfiorò la promozione in A1. Sino ad arrivare ad oggi dopo tante stagioni, energia profusa ed ora lo stop forzato”.
Il tuo modello e fonte d’ispirazione nel tuo lavoro.
“Mi spiace ma qui sarò un pò più sintetico. Ascolto molto, osservo di più, pochi mi hanno sorpreso e coinvolto, sono molto critico e severo con me stesso, per fortuna
ci sono bravi professionisti però c’è ancora tanta strada da fare. La mia fonte d’ispirazione per eccellenza? Il campo”.
Un episodio, una grande soddisfazione nel vedere realizzato un tuo progetto, idea, suggerimento.
“Questo stop forzato mi ha fatto accelerare notevolmente verso quello che reputo il mio progetto principale, insegnare e divulgare la mia metodologia per il mal di schiena, “Terapia Inversione Metodo Maniero”.
L’atleta nel mondo del basket o dello sport in generale che avresti voluto affiancare nella tua professione.
“Non ho atleti di riferimento. incondizionatamente affianco chi ha la fame, la voglia , l’agonismo, lo sguardo e la grinta di chi vuole arrivare e non molla. Purtroppo si sta perdendo tutto questo patrimonio, ma qualcuno ancora lo possiede. Ho la fortuna di seguire molti atleti in vari sport tra i quali il basket , l’atletica, il calcio, l’hockey, il
golf e tanti altr. Io capisco subito l’atleta che taglia per accorciare il percorso, terminando sempre sempre quando non è il momento. Eppoi c’è invece quello che chiude la
palestra, io osservo sempre le attitudini degli atleti, sono e resto il primo agonista anche se rimango dietro le quinte”.
Il rapporto con il resto dello staff e l’importanza del lavoro di gruppo.
“Fondamentale il lavoro di squadra, che si traduce poi nel risultato in campo. Fondamentale è cercare di trasferire per tempo tutte quelle problematiche insorte, per poterle risolvere il prima possibile. Il raggiungimento di un obiettivo è figlio di un lavoro che non si vede ma è il più faticoso, la performance group è il frutto di un gruppo coeso. Non è sempre facile
interagire con tante teste pensanti, ma in 9 anni diciamo che si sono affinate le alchimie. A volte basta uno sguardo con Raffo e un cenno con Franz e tutto il meccanismo si mette in moto. Ognuno per la sua sfera di competenza. Con Nick e Chiara siamo complici di chiacchiere da bordo campo, che hanno sempre il loro perché. Per il mio lavoro volevo ringraziare le due persone che mi hanno affiancato quest’anno per la prima volta, Alessandra e Stefano. Entrambi operativi tutti i martedì nel passaggio obbligato dalla mitica infermeria, dove si consumano gioie e dolori (tante volte soprattutto questi ultimi), e quando possibile mi affiancano anche durante le partite di campionato. Ultimo ringraziamento, e di certo non per ordine di importanza, va al Dottor Stefano Riboldi. Il nostro riferimento come chirurgo ortopedico, che mi completa e da sicurezza anche senza essere presente sul campo”.
Tu e le orange: lavoro insieme , aneddoti e racconti del tuo rapporto con la prima squadra.
“La prima squadra è la punta dell’iceberg del lavoro al Sanga, e le ragazze sono ognuna un mondo particolare. Importante per il mio ruolo creare affinità e fiducia, mi
spiace vederle passare veloci quando sono in infermeria per la paura d’essere fermate e rispondere alla fatidica domanda “come stai”?. Quando stanno bene scappano perché sanno che tanto qualcosa trovo;) Mi fa piacere però la loro fiducia, se hanno un problema arrivano, chiedono e si fanno sistemare, nonostante la paura :). Un abbraccio, il vostro Doc”.